La famiglia Adorno
E' il nome della famiglia, originaria della borgata di Adorno, situata nei pressi di Taggia sulla riviera di Ponente. Un'antica leggenda, riportata da Amedeo Pescio nel suo volume “I nomi delle strade di Genova", narra che nel XII secolo una torba di tedeschi lasciò il proprio paese per recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa. Giunti che furono nella città di Genova, attesero a lungo che si rinnovasse il miracolo di Mosè nel passaggio del Mar Rosso, onde poter proseguire per via mare il loro viaggio. Perduta alfine ogni speranza decisero di rimpatriare ma, una parte di essi rimase in Genova e tra questi vi sarebbe stato un giovane di nobile stirpe che la leggenda indica come il capostipite degli Adomo. In realtà la famiglia si stabilì in Genova nel 1186 ma, come si è detto, proveniente dalla riviera, ed in breve divenne proprietaria di diverse abitazioni lungo la valle di Pasturezza, detta poi Vallechiara, che si estendeva dalle alture a ponente di Castelletto fino alla zona di Fossatello, tra le chiese di S. Marcellino e di S. Pancrazio. Di origine popolare, gli Adorno presero parte attiva alla vita pubblica genovese schierandosi ovviamente nella fazione ghibellina a cui appartenevano pure i Guarco, i Fregoso ed i Montaldo e, come questi, chiamati “Cappellacci”, ossia capi di fazione popolare. Con la rivoluzione del 1339 essi portarono al dogato Simone Boccanegra e da allora acquistarono una tale potenza da dominare per quasi due secoli, con continue sanguinose lotte, la vita politica della Repubblica. In questo periodo la famiglia Adorno diede ben sette dogi alla Repubblica.
Il primo fu Gabriele che successe nel 1363 a Simone Boccanegra e che combatté a lungo contro quei nobili che, aiutati dai Visconti, infestavano dalle montagne il territorio della Repubblica. Deposto nel 1370, morì nel 1383.
Nel 1378, Antoniotto I fu doge ma, per poche ore, poichè venne immediatamente deposto. Riuscì a farsi eleggere nuovamente nel 1384 ma, fieramente osteggiato e combattuto dai Guarco, dai Fregoso e dai Montaldo, fu costretto più volte a fuggire; nondimeno, da uomo astuto ed ambizioso, violento e privo di scrupoli riuscì a riconquistare il potere facendosi rieleggere nel 1391 e nel '94, rimanendo in carica fino al '97; morì di peste l'anno seguente. Durante il suo dogato aiutò Urbano VI contro Carlo III re di Napoli e lo liberò dall'assedio di Nocera trasportandolo poi a Genova ove fu accolto solennemente. Organizzò pure una vittoriosa spedizione contro Tunisi ove si erano annidati i pirati barbareschi. Nel 1396, nel vano proposito di porre termine alle lotte intestine, riuscì a convincere i genovesi ad accettare la protezione di Carlo VI di Francia.
Giorgio, fratello di Antoniotto venne eletto nel 1413 e durante il suo dogato apportò importanti riforme alla Costituzione della Repubblica. Al contrario del fratello, fu uomo saggio e pacifico, vanamente si adoperò al fine di placare gli odi ed i rancori con le famiglie rivali finchè esasperato ed amareggiato dell'irrigidimento delle loro posizioni, preferì rinunciare alla carica.
Raffaele, figlio di Giorgio, studioso e letterato, dovette prendere le armi per lottare contro la cupidigia di Alfonso d'Aragona e contro Giovanni Antonino Fieschi che, in alleanza con il duca di Milano Filippo Maria Visconti, minacciava lo Stato della Repubblica. Assecondato dalla intelligente moglie, Volantina Giustiniani, protesse e munificò valenti letterati.
Nel 1447, Barnaba si impadronì con le armi del dogato ma fu deposto poco tempo dopo. Nel 1461, reduce dall'esilio, fu eletto Prospero (nella foto un suo ritratto) ma, in seguito a discordie sorte con l'arcivescovo Paolo Fregoso, dovette nuovamente fuggire. Caduto prigioniero dei Visconti, venne successivamente liberato da Gian Galeazzo Sforza, dopo l'improvviso mutamento politico di qest'ultimo, dal quale fu nominato Governatore di Genova. In seguito, stretta alleanza con Ferdinando I di Napoli riuscì a liberarsi degli Sforza vincendoli nel 1478, ma, osteggiato ancora dai Fregoso, fu costretto nuovamente a fuggire a Napoli dove morì nel 1486.
Antoniotto II si prese la rivincita sui Fregoso, facendoli cacciare da Genova dopo essersi alleato con i francesi ed i Fieschi, si fece poi nominare Vicario del re di Francia. Abbandonato in seguito dai francesi, strinse alleanza con gli spagnoli; fu eletto doge nel 1522, dopo la sconfitta dei francesi alla Bicocca. In quellostesso anno fece distruggere il porto di Savona per punire quella città che di si era ribellata a Genova. Rimase in carica fino al 1527, anno in cui, deposto da Andrea Doria, fuggì a Milano ove morì nel 1530. Con lui ha termine la potenza politica degli Adorno su Genova. Nel 1528 la famiglia venne ascritta nel libro d'oro della nobiltà e quindi aggregata all'Albergo Pinelli.
Fra gli altri personaggi della famiglia si ricordano: Agostino, che rivestì la carica di generale, al servizio degli Sforza si distinse validamente nella battaglia contro francesi ed aragonesi, alleati contro Genova. Gerolamo, affascinato dalle imprese di Marco Polo e da quelle contemporanee a lui di Colombo, compì lunghi viaggi in Oriente, sul finire del secolo XV, spingendosi fino al meridione ed al sud est asiatico, in compagnia di Girolamo da Santo Stefano. Francesco, teologo e predicatore, fu tra i primi gesuiti, molto caro a San Carlo Borromeo del quale fu confessore. Fu infaticabile missionario in Africa, Di lui si ricordano: una Epistola (1571) in cui si racconta la vicenda della Sacra Sindone ed in qual modo divenne di proprietà di Casa Savoia; e il "De Ecclesiastica Disciplina". Morì nel 1586. Il Venerabile Agostino fu il fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Minori. Un ramo degli Adorno, nel XIV secolo, si trasferì in Spagna ed un altro a Bruges, per ragioni commerciali. La famiglia godeva di numerose proprietà in Liguria e fuori tra cui i feudi di Rossiglione, Ovada, Castelletto d'Orba e Serravalle. Nel 1634, con la morte di Bernabò Cesare si estinse il ramo ducale della famiglia per cui beni e titoli passarono al ramo cadetto dei Botta Adorno di Milano.
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25 de mar. de 2008
italiano familia adorno
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